Giampiero Cantoni non riconosce più la sua Milano. Che è ancora all’avanguardia, ma ha perso lo spirito riformista della politica. Intervistato da Repubblica, il presidente di Fondazione Fiera tocca diversi temi, concentrandosi poi sull’Expo 2015.
“Milano è diventata una città cinica, in politica prevale una contrapposizione provinciale basata sul gossip e non sui grandi valori della tradizione milanese”. Prima stoccata del senatore Pdl.
Non ce l’ha certo con i milanesi Cantoni. E nemmeno con la città, che “sta cambiando il suo skyline riportandoci ai livelli delle grande metropoli internazionali”. A suscitargli fastidio è solo la politica. Nel dibattito politico “c’è perfino una cattiveria che non è tipica dei milanesi”.
Quando Cantoni si sposta sull’Expo, torna a sorridere. “A febbraio potrebbe concretizzarsi la firma sull’accordo di programma. Il successo di Expo non sarà solo un vanto per Milano, ma per tutta l’Italia”.
Parlando in concreto, il presidente sottolinea come la Fondazione Fiera non chieda di costruire di più sulla propria parte di terreno dopo il 2015. Ma chiarisce come sia “da definire” il contributo dovuto per le infrastrutture. E reclama un abbassamento delle tasse sulle plusvalenze derivanti dall’operazione immobiliare.
Sulla “perquisizione” ordinata da Formigoni, Cantoni non ci vede nulla di strano. “La Regione ha il diritto-dovere di vigilare sulla Fondazione. Tanto io non temo nulla e non ho nulla da temere”.
Chiusura sui conti di Fiera spa. “Il bilancio sarà in sostanziale pareggio e probabilmente con un piccolo attivo. A differenza del passato, però sarà senza alcuna sopravvenienza positiva”.