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LA BOLLA VOLA CON ALITALIA

2/01/2008- Panorama Economy

È stato bravo il presidente Napolitano a reagire all’articolo del New York Times che – proprio mentre il capo dello Stato era in visita in Usa – ha descritto il nostro Paese come in decadenza inesorabile. Napolitano si è ribellato, ha ricordato le nostre eccellenze e “gli spiriti animali” per cui abbiamo gli enzimi della speranza in corpo. Peccato che quell’articolo del NYT abbia per principale fonte il premier Romano Prodi, come ha rivelato Libero. Prodi sarà fortunato in proprio, ma è un gufo tremendo per l’Italia. E non è solo. Il 28 ottobre del 2005, il non ancora ministro Tommaso Padoa Schioppa aprì i corsi dell’Università Bocconi con una bellissima prolusione sulla “malinconia dell’Europa”, nella quale faceva la sua mesta figura anche l’Italia. Grande lezione, il tema scelto, crepuscolare e dolente, dice molto sul temperamento di un uomo. Non che TPS esalti la malinconia, anzi la critica, ma ne è attratto inesorabilmente. Confessiamolo. La negazione quasi teologica della speranza non è una delle caratteristiche che più fanno bene a un uomo di governo. L’ha riconosciuto, a modo suo, uno dei più intelligenti (e ottimisti) esponenti del centro-sinistra, Pierluigi Bersani. Intervistato da Vittorio Zincone sul Magazine del Corriere, Bersani ha ammesso “orrore” nel rileggere le sue pagine di anni fa, e ha riassunto il successo della comunicazione di Berlusconi nella sua capacità di essere “l’uomo col sole in tasca”.

Di uomini col sole in tasca, un Paese che voglia proiettarsi nel futuro ha bisogno. Fondando Forza Italia, e ora col Popolo della libertà, Berlusconi è riuscito a fornire proprio questa idea: a dare espressione ad un bisogno di libertà, di crescita, di futuro. Questa capacità gli viene dalla sua esperienza imprenditoriale. In azienda, le cose non vanno sempre al meglio. Talvolta vanno male. Ma un errore o un problema non sono, non devono mai essere motivo sufficiente per tirare il freno, e riflettere sulla melancolia.

Giuseppe De Rita ha descritto nel rapporto Censis l’Italia della mucillagine, un Paese diviso, con scarsa capacità di mettere in campo entusiasmi tali da riunire forze collettive un po’ spappolate, così distanti dal nostro passato neppure troppo lontano, fatto di monoliti sociali. De Rita giustamente ricordava che in questo Paese, oggi, non mancano le eccellenze. Anzi. C’è l’Italia delle piccole e medie imprese che stanno migliorando le capacità di esportazione,competere e vincere sui mercati internazionali. C’è l’Italia della ricerca, che non riesce a diventare grande per ragioni strutturali ma ne avrebbe tutti gli strumenti a livello concettuale. C’è l’Italia delle ridotte del pensiero: fondazioni, centri studi, cenacoli nei quali la capacità di elaborazione non è andata perduta.

Bisogna valorizzare queste realtà - ma può farcela un governo della malinconia? Il problema della poltiglia non è la frammentazione del Paese: questo è un Paese naturalmente frammentato, cento città, un reticolato di imprese e professionalità pazzesco, creatività che scorre a fiumi, com’è sempre stato del resto, dai tempi in cui i nostri avi costruirono le città, i palazzi e le chiese più belle del mondo.

Ma la mucillagine può solo ulteriormente imputridire, in un contesto nel quale il governo - in crisi in sé - sta anche causando una crisi di fiducia tutt’intorno a sé. La politica non può esser lei a creare sviluppo: di certo può essere lei a impedirlo, questa politica lo fa. Per investire e per crescere, per produrre e consumare, gli operatori economici devono avere fiducia. Devono sapere che i contratti che stipulano avranno validità nel tempo, che i loro possessi sono al sicuro, che i frutti del loro lavoro non verranno depredati, che i loro risparmi non perderanno valore, che il mondo che li circonda non andrà a catafascio.

bbiamo ancora bisogno di uomini col sole in tasca. In un Paese dove le eccellenze non mancano, è la forza di mobilitarle la chiave di volta per un futuro migliore.